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"Il Santuario della Madonna delle Grazie è situato nella contrada, volgarmente chiamata “Cerrito” ad est della città,
da cui dista un quarto d’ora o poco più di cammino, a cavaliere del fiume, circondato da castagni.
Esso fu edificato sotto l’episcopato di Monsignor Serrano, che governò la nostra Chiesa dal 1613 al 1636, dalla devozione di alcuni fedeli,
sotto il doppio titolo di Madonna delle Grazie e dell’Immacolata, dei quali solo il primo è rimasto, con cui il popolo sempre l’ha appellato e l’appella.
don Andrea Cerrone
Questo Santuario non presenta nulla di artisticamente pregevole nella sua forma. È una chiesetta comune, povera di disegno e di stucchi,
rifatta diverse volte, con due altari, uno abbastanza maestoso in marmo, dedicato alla Santissima Vergine, l’altro in fabbrica, dedicato a S. Anna.
Possiede però il magnifico quadro della Vergine, bellissimo dipinto, di cui si ignora l’autore e l’epoca.
E’ cosi bello ed espressivo che il popolino, nella ingenua sua fede, crede sia stata la Vergine stessa a dipingersi.
Esso è di stile greco, come può rilevarsi dal fatto che la Vergine sostiene il Bambino sul braccio sinistro,
essendo risaputo che presso i Greci la sinistra, come mano situata nella regione del cuore, era ritenuta più nobile della destra.
Il volto della Vergine ha lineamenti dolcissimi, spira tutta la graziosa maestà di una regina congiunta all’infinita tenerezza di una madre.
Porge colla poppa sinistra il latte al suo vezzoso, divino Bambino. Alcune stille di latte sono dal capezzolo cadute sulla mammella,
che il Figlioletto, avendo cessato di succhiare, stringe colla manina, mentre con incantevole grazia tiene al popolo rivolto il volto.
Verso questa immagine il nostro popolo nutre una devozione sconfinata, mantenutasi sempre inalterata attraverso tutte le vicissitudini.
In tutte le pubbliche calamità esso ricorre, come a supremo scampo, a suo ultimo rifugio alla sua Madonna delle Grazie.
Non si contano più le grazie, che Acerno ha ricevuto dalla sua Madre divina: un elenco, racchiuso in una cornice di legno,
che si conserva nella sagrestia del detto santuario, ne riporta alcune soltanto delle più accertate.
(Tratto da Antonio Paolillo, Nei suoi scritti. La storia di Acerno ed altro. Marcus Edizioni, Napoli 2008)
La chiesa, danneggiata dal sisma del 1980, fu una delle prime, nell'ambito della Diocesi ad essere restaurata e aperta al pubblico e senza l'intervento dello Stato.
Di tanto l'Arcivescovo diede atto in scritto al Rettore. E' vero che l'intervento tempestivamente richiesto, e tempestivamente accertato e finanziato,
risultò poi cancellato da parte della Sovrintendenza, ma la Chiesa oggi, senza alcun aiuto pubblico, risulta totalmente restaurata ed abbellita.
A partire, infatti, già dagli anni antecedenti il terremoto, sono stati rifatti il tetto, la sagrestia, il portone d'ingresso, la porta della sagrestia,
l'impianto elettrico e di amplificazione, la ripitturazione, il restauro dei due altari, l'intonaco della “facciata esterna” ecc.
Con l'intervento poi del Comune e della famiglia Sansone sono state ricostruite le mura di sostegno lungo la strada per Calabritto e, quella che, nel cortile,
fungono da sostegno al castagneto sovrastante; su queste da poco è stata installata una Via Crucis, dono di due artisti locali, Angelo Cerasuolo e Donato Olivieri.
Una serie di panchine, create in due riprese, offrono ai pellegrini l'occasione di godere anche della frescura che il sito promana
e della bella cornice di fiori che arredano le aiuole dell'ampio cortile per l'instancabile impegno di alcuni devoti.
Un bel cancello, in ferro battuto, opera degli anni '30, danneggiato dal sisma dell'80, oggi è posto a protezione del luogo sacro;
davanti ad esso emerge un'icona della Madonna, che pare voglia indicare la strada al viandante diretto a Calabritto o nei boschi del Polveracchio.
L'interno della Chiesa, che pure è stato definito una “bomboniera”, non presenta elementi di particolare rilievo.
Tutto è incentrato sull'immagine della Madonna, che, però, è una copia fotografica del “quadro” trafugato anni or sono;
una sua copia originale su legno fu di seguito ritrovata ed è quella che si porta in processione durante la ricorrenza della festività.
Ma gli Acernesi si attendono un ulteriore miracolo: la restituzione del quadro originale.
Oggi il Santuario, soprattutto nel mese di maggio, è meta di pellegrinaggi: non c'è acernese che non salga lassù a portare un fiore o a recitare una preghiera".
Santuario della Madonna delle Grazie
Santuario della Madonna delle Grazie:
l'altare maggiore
Santuario della Madonna delle Grazie - Cartolina
del 1967
(Ed.Rubino Vincenzo - Riv. n.2 - Acerno)
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