La castagna è un frutto che l’uomo consuma fin dalla notte dei tempi,
basti pensare che Senofonte, già del IV secolo a.C. lo definiva l’albero
del pane, per la caratteristica di produrne una farina utilizzata per la
panificazione, ricavandone un pane fortemente calorico, ottimo per le
popolazioni di zone dagli inverni rigidi. Anche Virgilio, I secolo a. C.
riportò dati sul consumo di questo frutto.
Il nome “castagna” fu attinto
in epoca remota da un’antica città della Tessaglia, nella Grecia del
nord, ove si ritrova con grande diffusione.
Dopo aver rappresentato per secoli una fonte nutrizionale importante, la coltivazione ebbe inizio
solo a partire da Medio Evo e fu merito della contessa Matilde di
Canossa. La gastronomia francese, sempre pronta a primeggiare nel mondo,
produceva i marrons glacès ed una polvere somigliante al cacao, già nel
1700.
Il castagno “ Castanea Sativa” è una fagacea diffusa in tutto il
mediterraneo ed anche in alcune regioni dell’Asia minore, la cui
evoluzione biologica vedeva la sua comparsa sul pianeta sin dal
Cenozoico. Il castagno è un albero di prima grandezza che può
raggiungere i 35 metri di altezza e superare 2 metri di diametro,
dall’habitus vegetativo gradevolissimo e caratterizzante il genio loci
laddove vegeta nella regione fitoclimatica che il Pavari indicava con il
suo stesso nome: il Castanetum. E’ pianta longeva dallo sviluppo
lentissimo.
La maturazione dei frutti avviene in autunno da ottobre a
inizio novembre . La distinzione tra castagna e marrone è che la prima
viene prodotta dall’albero selvatico e le dimensioni ridotte del frutto
fa si che in un riccio se ne possono trovare tre, mentre il riccio del
marrone, proviene dall’albero coltivato ed è riempito da un solo frutto
di grossa pezzatura.
La castagna fresca ha un apporto calorico di 210
calorie per 100 g. contiene proteine vegetali, sali minerali e vitamine
idrosolubili con una composizione simile a quello del grano seppure dal
valore nutrizionale minore (Carboidrati: 44,2; Proteine: 3,5; Grassi:
1,8; Acqua : 41). Anche il legno ha la sua importanza nell’industria del
mobile, pregiato sia per le sue venature che per la capacità di
resistenza alla decomposizione, vista la sua eccezionale dotazione di
tannini.
Per quanto riguarda la pregiata varietà acernese: la “enzerta o
zerta”, ma anche la “riggiola” , per queste è stato avviato un programma
d’iniziativa comunitaria leader Plus – Gal Colline Salernitane – Misura
3 – “Valorizzazione delle Produzioni” – Azione 3.C.1. “ Studi
finalizzati all’implementazione dell’iter procedurale per l’elaborazione
del disciplinare e la formulazione delle richieste, per il
riconoscimento della DOP “Castagna di Acerno”.
Alcune notizie in cifre
della castanicoltura Acernese: L’estensione territoriale del Comune di
Acerno è di circa 7.221 ha, di cui circa 1.000 sono coltivati a
castagneto da frutto. La produzione annua di castagne oscilla dai 20.000
ai 25.000 quintali.
Per. Agr. Salvatore De Nicola
Presidente Pro loco Acerno